Dal corpo non si scappa, il corpo è un tema trasversale e sempre contemporaneo. Nella sua presenza e ancor più nella sua assenza o nella distanza. Il corpo, che è uno solo, si moltiplica negli sguardi disciplinari e si ricompone nel loro incontro: è nel diritto e nella salute, nel linguaggio e nell’arte, nelle gender politics e nel fenomeno migratorio. È nell’esame del medico, obiettivo, istologico, radiografico. È nelle pratiche dello sport e nello studio dei neuroni specchio. È nell’esperienza della cura psichica, nella dimensione del trauma e nei disturbi del comportamento alimentare. Le neuroscienze, specialmente quando applicate all’indagine clinica, studiano le immagini e le rappresentazioni corporee, il concetto di embodiment, l’affective touch e le realtà immersive. Soprattutto per le generazioni più giovani, il corpo è sempre più un luogo della ricerca identitaria, soglia e limite tra interiorità e esteriorità. Un corpo da modificare anche radicalmente, da potenziare o esibire, su cui tracciare i segni di un dolore che non trova le parole.
Un corpo che il diritto può riconoscere o disconoscere, a partire dalle vicende di libertà e relazione che in esso si incarnano. Il corpo è nelle tecnologie, nella moda dei tatuaggi e nelle sessualità. È nel tempo che passa. La pandemia Covid-19 ha messo una lente d’ingrandimento sui nostri corpi: la loro cura e la loro legislazione, il contatto e la distanza. Ascoltiamo i corpi e le loro storie: passate, presenti e future. (V.L.)
Cristina Cattaneo
Il corpo, la scienza e i diritti umani
Lontano dall’immagine falsata delle fiction TV, le scienze forensi operano per restituire identità e giustizia alle vittime delle violazioni dei diritti umani. Il corpo parla, vivo o morto che sia, offrendo indizi che diventano capitoli di un racconto biografico. Il corpo vivente, mappato, può raccontare maltrattamenti e violenze, soprattutto di soggetti fragili: bambini, donne, anziani. Anche dei migranti, che dal 2017, con l’introduzione del reato di tortura, possono contare sul “certificato di tortura” per le richieste di asilo. Il corpo morto, se anche solo un dente è rimasto, permette di ricostruire l’identità della vittima. Un diritto, quello all’identità, a tutela della dignità e del rispetto dei morti, come la Convenzione di Ginevra stabilisce. Perché dietro ai morti ci sono sempre i vivi, da sottrarre alla condanna della “perdita ambigua” per poter elaborare il lutto ed espletare le pratiche amministrative. Procedure che, attraverso la raccolta di dati ante e post mortem, dovrebbero diventare obbligatorie nei disastri delle migrazioni. A fronte dell’indifferenza delle istituzioni europee, la scienza forense ha dimostrato, dopo il naufragio del 2015 nel Mediterraneo, che a quel migliaio di morti si può restituire il nome e la biografia.
Piergiorgio Donatelli
Diritti del corpo: aborto, riproduzione, fine vita
La lezione tratta l’etica e la politica della vita umana, con al centro la sessualità e le questioni che si pongono all’inizio e alla fine della vita. Gli ultimi decenni, a partire dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento, hanno registrato un cambiamento straordinario degli atteggiamenti e delle leggi, che si inserisce nelle più ampie lotte dei corpi: delle donne, dei neri, dei pazienti psichiatrici, per la liberazione sessuale. Il quadro antropologico è mutato radicalmente. L’idea che la vita umana sia una questione di soglie, tra non esserci ed essere nati, tra vivi e morti, tra maschi e femmine, è stata minata alle fondamenta con i progressi della conoscenza e della tecnologia che ci hanno fatto penetrare nel corso della vita, ed è stata messa da parte dalla nuova etica che ha insediato nel corpo la scelta e il progetto personale. Queste opposizioni costitutive si sono convertite in una gradualità di passaggi governati dal diritto e rimessi alla scelta e alla responsabilità individuali.
Lidia Ravera
Vecchiaie del corpo: casi letterari
Il corpo delle donne contiene il dispositivo che produce esseri umani, il dato la inchioda alle leggi di natura. Gli uomini sono liberi da questo servaggio. Invecchiano più sereni? Lo sguardo degli altri, che costringe le donne a essere sempre fresche e sempre fertili, oggetto di desiderio oppure madri, con gli uomini è più generoso. Ma non è sufficiente a liberarli dall’angoscia, come testimoniano alcuni grandi della letteratura. Per addomesticare il mostro, occorre una rivoluzione culturale. Bisogna liberarci dagli stereotipi, strapparli via dalla testa e dall’anima. Per la prima volta nella storia dell’umanità dopo la fine della vita attiva (cura dei figli, lavoro) abbiamo davanti trent’anni, non pochi mesi. Si muore più tardi, si vive più a lungo, ma questi tempi supplementari sono inutili, dolorosi, se non interveniamo sull’immaginario collettivo restituendo al terzo e al quarto tempo dell’esperienza umana la dignità che meritano. Se non riscopriamo la profonda bellezza di quegli anni di libertà.
Patrizia Romito
Di chi è il corpo delle donne? Molestie e violenze sessuali oggi
Le molestie sessuali sono un fenomeno variegato e complesso, così pervasivo da essere diventato quasi invisibile o, come affermato da una studiosa del tema, da costituire l’“ultimo grande segreto sotto gli occhi di tutti”. Benché chiunque possa esserne vittima o autore, la maggior parte di chi le subisce sono donne e la maggior parte di chi le compie sono uomini. Nella lezione verranno presentate alcune tipologie di molestie (che a volte si configurano come violenza sessuale) e le conseguenze sulla vita e la salute delle vittime. In conclusione, verranno delineate alcune strategie preventive per garantire a tutte e a tutti sicurezza, dignità e libertà.
Vincenzo Trione
Corpo d'arte
Dalla fisiognomica al Post-human. Da Leonardo a Barney passando per Bacon e Freud. Il discorso sulla rappresentazione del corpo in arte. Si tratta della “cosa più presente, più costante e più variabile che esista”, come scriveva Paul Valéry. È già tutto lì: un’inclinazione, un gesto, una sghembatura, una ferita, alcune movenze, certi istinti. I pensieri vengono dopo, simili a una mappa tardiva. Il corpo non come sinonimo di negatività (secondo la tradizione platonica), ma come linguaggio. Mezzo di comunicazione straordinariamente potente e inesauribile. Unica realtà in grado di smascherare la finzione dell’immaginario e di sottrarsi a ogni speculazione, dando voce a valori perturbanti confiscati dalla coscienza. Significato fluttuante, che confonde codici. Sistema polisemico, che abolisce la psicologia, sradicandola dalle sue radici metafisiche e idealistiche, costringendola a pensarsi contro se stessa. Spazio privo di ogni trascendenza, in cui abita il senso stesso dell’essere. Terra di frontiera. Soggetto, ma anche oggetto di un progresso inarrestabile. Luogo glorioso, ma anche materia flessibile, in divenire. Sudario mistico: da violentare, da martirizzare, da sottoporre a interminabili metamorfosi.